Per tutte le fan Aden+Anais arrivano le mussole Disney



C'era una volta Raegan, una bellissima mamma che dopo lo sbarco negli States, decide di creare, dal nulla, quell'oggetto che aveva confortato, cullato e abbracciato le sue bambine, quando erano in Australia: la mussola di cotone.

Vi avevo già parlato in un precedente post, di questo brand di nicchia: aden+anais, che ha declinato la mussola di cotone in tantissimi prodotti destinati alla prima infanzia: copertine, lenzuolini da culla e sacchi nanni, asciugamani e accappatoi, bavaglini e salvaspalla. I materiali sono soffici e avvolgenti. Il design delicato e raffinato. 
Ne ho usate parecchio, e ne ho regalate altrettanto. 

Figlia n.2 appoggiata sulla mussola

Sempre lei che abbraccia il suo Doudou preferito

I feedback che ho ricevuto dalle mie amiche sono stati sempre entusiasti, ve ne riporto uno recentissimo. Proprio ieri sera, una mia amica che ha recentemente sfornato il secondo piccolo, mi ha scritto "Sono comodissimi, io ne ho due di quelli grandi e li uso tantissimo". 
Essendo una grande consumatrice di questo marchio che, noto con piacere, è sempre più diffuso nei negozi che vendono prodotti di qualità, non posso non segnalarvi l'arrivo della nuova collezione.



Questa volta, i disegnatori Aden+Anais si sono lasciati ispirare dai più grandi classici, adorati da grandi e piccini di ogni dove: i personaggi Disney.
Ce n'è per tutti i gusti: il tenero Bambi, Winnie the Pooh l'orso goloso, o gli amici del Libro della Giungla. 
Tra qualche giorno preparerò i bagagli per il mare. La consistenza sottile mi consente di infilarne diverse in valigia con pochissimo ingombro rispetto ai classici asciugamani e teli da mare, con il vantaggio che si possono lavare e asciugare in un attimo. La taglia generosa (120 cm X 120) mi permetterà di avvolgere comodamente le nane.

Voi quale preferite?

Io ho perso la testa per quelle  del cerbiatto dai grandi occhioni. 








Per chi volesse saperne di più sul mondo di Aden+Anais, rimando al post di qualche tempo fa (in cui sono indicati anche gli indirizzi online e non dei rivenditori), e per chi avesse un neonatino che ha bisogno di essere contenuto, posto una foto molto interessante.
...e buoni acquisti a tutte!!!



I cuccioli non dormono da soli... anche se mamma e papà lo vorrebbero tanto!


13 Luglio 2016
0re 2.00

Figlia n.1 si sveglia. 
"Riaddormentati, riaddormentati"
Figlia n.1 piange, alza il volume.
Mi precipito dal letto, non sia mai svegli pure la sorella.
"Shhh... La mamma è qui, non piangere"
Mi avvicino, la accarezzo, e ingoio quello che vorrei dirle. 
Sente la mia presenza, e smette di piangere. Ma è sveglia.
Figlia n. 2 si sveglia e inizia la litania
"Mamma, mamma!!!"
Mi allontano da figlia n.1 per consolare la maggiore, ma la distanza fisica non sembra essere accettata.
Toh, non lo sapevo!!!Dormono nella stessa stanza, ma i letti non sono vicini, e io ancora non sono riuscita a trovare la modalità "allungamento molla". Alcuni dicono che le mamme hanno i super poteri. Io questo non l'ho proprio trovato! 

Morale della favola: prendo in braccio l'unenne, per mano la quasi quattrenne e le porto entrambe nel lettone, che per fortuna ospitava solo me!
I minuti successivi non sono stati semplici ed ho smesso di contarli. Entrambe volevano la mamma vicina... Che poi dire vicina non è proprio corretto. La volevano APPICCICATA. 
Dunque, mi sistemo in mezzo, dopo aver creato barriera di cuscini accanto all'unenne nella speranza che non precipitasse di sotto. 
In mezzo tra due termosifoni umani. Immaginate la felicità!
Non posso accendere l'aria condizionata, sono sudate entrambe... dovessero pure prendersi la febbre!!
La quattrenne si rassicura e crolla in un sonno profondo. L'unenne alza braccia, e gambe nel vuoto. A volte, spesso, prende me. Tra una manata in faccia, e un calcione in pancia, attenta a verificare che non cada, penso che sembra stia ballando la capoeira.
E mi viene in mente il titolo del libro di Alessandra Bortolotti, 
I cuccioli non dormono da soli.


Ahimè, è proprio così!

John Bowlby, padre della teoria dell'attaccamento (sì, lo so, ognuno ha le proprie fissazioni!!) in una bellissima intervista (un po' vecchiotta, ma sicuramente attuale) rilasciata al Prof. Leonardo Tondo, in relazione alla cultura occidentale secondo la quale è normale far dormire i bambini in lettini e carrozzine, o in stanze separate dai genitori, dice "...O si segue la natura umana, o la si combatte.Se la si combatte si hanno dei problemi. Se non la si combatte la vita è molto più confortevole."
Nella cultura asiatica o africana sarebbe impensabile lasciar dormire un bambino lontano dai genitori. Nella società occidentale, le cose vanno un po' diversamente.
In generale, ci si auspica che i bambini riescano a dormire da soli. Meglio se tutta la notte. 
Le mamme ad alto contatto tengono i bambini nel letto con sé.
James McKenna, antropologo americano, uno dei massimi sostenitori del co-sleeping, sostiene che dormire insieme  procura benefici psico-fisici a mamma e bambino. Grazie al contatto materno, ad esempio, il neonato modula il proprio respiro, la temperatura corporea, il tasso di crescita, la pressione del sangue, e i livelli di stress. A sua volta, il ritmo del bambino influenza lo stato fisiologico della madre. 
Altre mamme li tengono nella loro cameretta. Un famoso pediatra tedesco, di tempi andati, che Bowlby definisce "completamente pazzo" aveva impartito delle regole rigide su come gestire l'addormentamento dei figli. Eduard Estivill, pediatra spagnolo, nel libro Fate la nanna, suggeriva ai genitori metodi infallibili per far dormire i bambini da soli. Si trattava di mettere il bambino nel proprio lettino, lasciarlo solo nella stanza e farlo eventualmente piangere per periodi di tempo controllati, prima di rientrare, aumentando gradualmente l'attesa. In un'intervista rilasciata al Pais nel 2012, lo stesso Estivill precisa che le regole del libro possono essere applicate a bambini a partire dai tre anni; i più piccini hanno un orologio biologico ancora immaturo per poter applicare questa tecnica.



In generale, nella vita, sono contraria a tutte le posizioni rigide e assolutistiche. Mi piace pensare che ogni donna, assieme al proprio compagno, decida come vivere la propria genitorialità, in tutte le sue sfumature. Credo che sicuramente il co-sleeping (diverso dal co-bedding, stesso letto, che mi fa una paura terribile per la sicurezza del neonato. La culla Chicco, Next to me, per esempio, mi sembra un buon compromesso che possa salvaguardare la sicurezza del piccolo) abbia i suoi vantaggi per mamma e bambino, a scapito dell'intimità di coppia. Mamma e papà devono essere bravi, attenti e solleciti nel ricavarsi, scegliere e reinventare un nuovo spazio di coppia. Magari all'inizio non ci pensi. Poi, tutto quello che non hai affrontato, arriva a bussare alla porta. 
La tecnica di Estivill mi terrorizza. E' certo, nel senso che la scienza l'ha dimostrato, che un bambino impara a rimanere nel letto da solo, dopo vari pianti non consolati. Dopo ripetute esperienze di rifiuto, il bambino non piange più, perché ha imparato che nessuno arriverà a consolarlo. Quindi sì, tecnicamente ha imparato a rimanere da solo. Ma cosa abbia elaborato di quel rifiuto, ma quali siano le sue emozioni, e i suoi pensieri, non lo possiamo sapere. Forse lo capiremo più in là.

Dall'incipit del post, è evidente che la mia scelta non è stata il co-sleeping, ma ovviamente nemmeno la filosofia di Estivill.  Addormento le bambine nella loro stanza. Prima una e poi l'altra (quando ci riesco!). Ognuna nel proprio lettino. E poi, puntualmente, ogni notte, da quattro anni a questa parte, mi alzo, per accorrere al  richiamo. Prima era il richiamo di una. Adesso è raddoppiato. A volte basta una carezza. Altre, ci vuole più tempo. Mi sdraio accanto alla grande, o le porto nel lettone entrambe, fino a che non si sono riaddormentate. E poi, di nuovo nei loro letti. Forse, ha ragione Bowlby, mi sono complicata la vita. Ma la scienza dice (meglio, le ricerche epidemiologiche) che praticamente tutti i bambini tra i 5 e i 10 anni imparano a dormire da soli. 
Speriamo soltanto che la mia schiena con ceda prima!!


Un regalo per la neomamma e il suo bambino


Finalmente, sono lieta di annunciarvi la realizzazione di un sogno!


In collaborazione con:



Destinatario: neo mamme, papà, e fratellini 
Oggetto: servizio altamente professionale che sia accanto alla mamma nei primissimi giorni del suo rientro a casa.
Luogo: Roma

L'esigenza nasce nei primissimi giorni del mio essere mamma.
Torno a casa con una neonatina tra le braccia.
E' piccolissima, così tanto che dorme molto spesso. 
Quasi sempre.
Non si attacca al seno. Preferisce dormire.
Dicono che è 'pigra'.
L'ittero sale. Deve mangiare. 
Che faccio?! Come faccio?!
Aiuto, non sono capace...!!

Le domande,  i timori che tormentano ogni neomamma al rientro a casa... 
Hanno tormentato anche me, che i bebé li ho studiati per anni come psicologa infantile.
Il contenuto dei dubbi è diverso per ogni donna.
Ma quella sensazione di essere state abbandonate (dal ginecologo, dal corso pre-parto, dallo yoga, e da tutti quelli che fino ad un attimo prima erano interessati a te, e adesso guardano solo quel frugoletto incomprensibile), arriva più o meno potente a tutte.

Compaiono alla vista e alle orecchie in una sorta di bolla nebulosa, o chiacchiericcio caotico le voci e i consigli di tutte quelle che mamme lo sono state, lo saranno o lo vorrebbero essere. 
Amici, parenti, conoscenti, ostetriche e pediatri.
Ognuno possiede la Verità. Spesso contrastante.

Scegliete di affidarvi a uno, poi all'altro, credendo di trovare il bandolo della matassa.
Eppure aumenta solo la sensazione di confusione.

Nessuno di loro è a casa con voi.
E spesso non vi chiedono neppure di come state.

Mamma d'Oc vuole collocarsi in questa mancanza.

Un professionista accanto e a disposizione della neo-mamma, del papà, o del fratellino in preda a una crisi di gelosia. Anche a domicilio. 

Offriremo formazione su temi strettamente inerenti alla prima infanzia (allattamento, ciclo sonno-veglia, pianto del bambino, bisogni primari, baby-wearing), consulenze con la coppia (intesa come coppia genitoriale e coniugale), e con i nonni (affinché costituiscano una risorsa per la nuova famiglia e per il bebè). 

Per il benessere fisico della mamma sono previste sessioni di rilassamento corporeo, e di massaggio.

Grazie alla collaborazione con una professionista del settore, Elena Seidler, specializzata in foto di gravidanze, neonati e famiglie, possiamo regalare a tutte le famiglie che ci scelgono, un servizio fotografico, effettuato presso il suo studio.


IPSE Roma
Via Calcinaia 13- Tel. 06. 81. 17. 00. 34.
dott.ssa Silvia Scorza Tel. 347. 18. 49. 437



Scarica la brochure




Una libreria a misura di famiglia



Caldissima mattinata di fine giugno. Esattamente il 29. 
A Roma è festa, ma io me ne ero dimenticata. 
Avevo fissato un appuntamento con una dolcissima mamma, che avevo conosciuto tempo prima, durante un corso di formazione. 
Ore 11. Lei mi avvisa di essere in ritardo. 
Io sto scendendo dalla metro, mi sono ben guardata dall'avviarmi in auto!!

I negozi sono chiusi. Tutti, o quasi. 
Alba, così si chiama la proprietaria, deve avere un bel coraggio a tenere oggi la libreria aperta... 
All'entrata, mi accoglie suo marito. Sorridente, cordiale.
La sensazione che mi arriva è estremamente piacevole.... e non solo per l'aria condizionata, anche se non nego che il refrigerio è stato parecchio!

La libreria, di recente apertura, è nuova, curata. Le linee degli arredi sono essenziali, con un'attenzione a dettagli ecologici. Mi aggiro tra gli scaffali. Noto la cura nel tenere in ordine i libri. 
Solo dopo, i proprietari mi raccontano che il loro bambino, nemmeno duenne, è il più assiduo frequentatore della libreria. Ha facoltà di girare indisturbato tra gli scaffali, ma non l'avrei mai detto. Così, inizio ad intuire il senso del nome della libreria. 

Sono certa che a  tutti i piccoli avventori sono concesse le stesse libertà di Giosué: piccoli lettori in esplorazione. La scelta è quella di essere uno spazio a misura di famiglie con bimbi piccoli. 
Qui si può liberamente cambiare loro il pannolino e allattare.
Non a caso, viene fortemente sostenuto l'allattamento al seno.



Negli scaffali trovo parecchi libri dedicati alla fascia 0-3 anni. Puericultura, pedagogia,  ma anche testi narrativi e con illustrazioni curate. I proprietari vengono dal mondo dell'editoria, e lo confermano le scelte dei titoli proposti.




Dall'apertura, sono stati organizzati diversi eventi informativi per le mamme su tematiche varie: allattamento, svezzamento, emergenza pannolino...

Il posto mi piace, i proprietari pure.
Sfogliando i libri mi vengono in mente tante idee. Gliene parlo.
Loro ne sono entusiasti.
Io sono certa che le realizzeremo.

Intanto, fissiamo  la prima data:


Mercoledì 21 Settembre
pomeriggio (orario da definire)

Incontro gratuito di sopravvivenza ai NO! reiterati-sussurrati-lagnati-gridati
per mamme, papà e nonni

"Perché faccio i capricci?"

Via Gino Capponi 146
Metro Furio Camillo

Su Facebook la trovate come Libreria Alberone
Su internet a questo link






E al papà, chi ci pensa?







Proprio ieri, durante una telefonata, ho avuto l'occasione di mettermi dall'altra parte della barricata.

Al filo, un neo-papà, che, a pensarci bene, tanto 'neo' non è.

Sua figlia non è più un tenero neonatino... forse un bebé.
Sei/sette mesi più o meno.

La fase più delicata, quella in cui speri fortemente di avere un libretto d'istruzioni, un bugiardino, una mappa, dovrebbe essersi smorzata.

Era stanco, un po' stressato. Si sentiva incompreso. Inadeguato.
E non tanto perché nutrisse dubbi sulle proprie capacità di accudimento, quanto per
le difficoltà comunicative, che stava incontrando con la propria compagna.
Non ne hanno mai avute, mi racconta.

Sono sempre stati una coppia unita. Un unico e saldo fronte.
Ultimamente, stanno emergendo delle criticità... legate alla gestione del bambino.

Semplificando, la questione è più o meno questa:
La mamma sa come si fa.
Gli altri non sono nella testa della mamma.
Gli altri sbagliano ogni cosa che fanno per il piccolo.

La verità è spesso in mezzo. La relazione è, per sua natura, reciprocità.
Tuttavia, è stato uno spunto di riflessione da cui partire.

Forse, o forse no, le coppie sottovalutano quanto la nascita di un neonato sia dirompente, devastante, e dia vita a dinamiche imprevedibili.
La coppia diventa un triangolo.
L'uomo e la donna (non sarò politically correct, ma al momento non vorrei introdurre ulteriore complessità... non me ne vogliate!) iniziano a fare i conti con un terzo. Sarà un frutto d'amore, sarà il proseguimento della coppia, la sua rappresentazione più feconda e generativa, ma sempre un terzo rimane.
Anche piuttosto ingombrante, lagnoso, e incomprensibile.

Nei primissimi giorni, in cui le abitudini saranno rivoluzionate, la casa diventerà un porto di mare (attento papà, uno dei tuoi compiti è limitare le visite, ricordatelo!), la notte diventerà giorno (ma non sempre! Alcuni bimbi dormono!), solo per citare alcune delle cose che accadranno, la coppia sarà messa a durissima prova.

A ragione, la mamma sarà tutta presa dall'esserino. Quello che si dice, forse un po' è vero. La donna è avvantaggiata nella formazione di quel meraviglioso e indissolubile legame. Per tanti motivi.

L'uomo, per quanto sia stato attento e partecipe durante la gravidanza, rimane più indietro. Sente solo il bambino compiuto. Inutile discutere, ci sono evidenti questioni biologiche di mezzo.

Forse, inizialmente, nessuno se ne accorge. L'entusiasmo del primo periodo annebbia, com'è ovvio che sia. La mamma allatta il piccolo. Magari il papà è  sollevato di poter dormire la notte. Ed è pure giustificato, non può mica sostituirsi a Lei! Se è un papà 2.0 si occupa del pannolino, del bagnetto, o della pulizia del cordone, ma poi torna a lavoro. Perché è la legge che dice questo. Retaggi evolutivi. E' il maschio che procaccia le risorse, direbbe Darwin.

Anche non volendosi addentrare in analisi bio-psico-culturali, è innegabile che il bambino, nei primi mesi di vita, abbia maggiore bisogno della mamma, che diventa il Punto di Riferimento. Non solo del piccolo, ma anche del papà, che gliene riconosce il titolo con oneri e qualche onore (pur sempre di parte, resto!).

Da questo, a diventare una figura di secondo piano, il passo è breve.

La mamma è diventata (perché si sia auto nominata o perché le sia stato riconosciuto, è indifferente) colei che dà il latte al piccolo e poi pure le pappe (perché chi, se non lei, inizia lo svezzamento?!), che cambia il pannolino, e decide quale delle migliaia di cremine si debba utilizzare (proprio in quel momento a seconda di quale gradazione di rosso compare sul culetto), che sa come farlo addormentare (con quale canzone e in quale posizione), e che riconosce se l'esserino piange per fame, sonno o dolore...

E il papà? Chi ci pensa al papà?
Non è nella mente della sua donna come amante, compagno, marito.
Spesso lei è nervosa e poco conciliante. Si addormenta sfinita.
Se va bene, non cova rancore, ma sicuramente si sente "più capace".
Ma questo non è frutto di doti sovrannaturali! E' il risultato di pratica. Di maneggevolezza acquisita per prove ed errori.
Ed è giusto che anche il papà si cimenti. Commettendo i suoi, di errori.
Perché ha iniziato dopo, e con meno frequenza.

Papà, ricordati, sbagliare è un tuo diritto. E' un modo per arrivare allo stesso traguardo. Non devi percorrere la stessa strada. Puoi anche replicare gli errori, non accade nulla. E se anche la tua compagna ti ripeterà che te l'aveva detto, che si faceva nell'altro modo, tu chiuditi le orecchie, sorridi e non ascoltare. Parlano gli ormoni, la stanchezza, la difficoltà, la solitudine. 
Non scoraggiarti, e non arrabbiarti. Non ce l'ha con te. Non è una cosa personale. 
Piano piano abbasserà la guardia. 
Imparerà ad avere meno paura che tu possa danneggiare quella cosina così minuscola e preziosa. 
Da due fessure diffidenti, i suoi occhi si allargheranno in uno sguardo di fiducia, e di riconoscenza.
E al contempo, prenditi cura di lei. 
Che non sarà più quella di prima. 
Ma sarà bellissima lo stesso.
Ma sarà diversa.

Quello che alle future mamme non dicono...


Accesso al blog. Panoramica dei post. E' da parecchio che non scrivo.

E' sabato sera,  le bambine finalmente dormono, e in attesa della cena, sto sorseggiando un meritatissimo calice di vino... Certo, non sono in ghingheri, e ahimè non progetto di uscire (devo ricordarmi di annotare la voce 'baby sitter' alla lista di cose da fare), ma come può essermi venuto in mente di accendere il pc (non sono seduta alla scrivania, non esageriamo!), invece di rilassarmi... finalmente?!

L'esigenza nasce da una graditissima visita, che abbiamo avuto nel pomeriggio... Una coppia di amici, neo sposi, in attesa. Preciso: in attesa del primo figlio (dettaglio da non omettere!).

Sono bellissimi, ebbri di felicità. Freschi freschi di corso pre-parto.




Mi guardano con occhi colmi di stupore e trepidazione, mentre faccio il funambolo tra i vari multi- tasking che le 19 del pomeriggio o della sera (a seconda dei punti di vista) mi impongono... prepara la pappa per la piccola, intrattieni una conversazione piacevole e sensata, tra un colpo di chitarra dell'altra bambina, una richiesta di biscotto e un'altra richiesta (più che d'attenzione, sembra un attentato!).

Credo mi credano un mito! Un oracolo da cui prendere appunti! Non tanto per la professione, quanto per la capacità di sopravvivenza... Effettivamente, ho dato l'impressione di reggere bene allo stress!

Mi raccontano del corso.
Il papà, un bellissimo, ingenuo papà, mi racconta di quanto gli hanno detto.

Gli hanno parlato di' coerenza educativa'. I genitori devono essere un tutt'uno, quando si rivolgono ai figli. Devono fornire le stesse risposte. Davanti a loro, devono essere un unico solido muro. Solo dopo, possono chiudersi nella stanza, e discutere su quanto quella decisione di papà sia ridicola o eccessiva.

-E' vero?- mi chiede

-Oh, certo che è vero!-
I bambini hanno bisogno di certezza, coerenza, solidità.
Persino mia nonna lo sapeva! Con mio nonno aveva coniato una parola segreta "Come Gilippo". Significava che non erano d'accordo, e che avrebbero fatto i conti dopo, quando i bimbi dormivano. E nessuno dei due aveva frequentato alcun corso pre parto.

Davvero questa è una delle cose fondamentali, che si ritiene di dover raccontare ad una coppia di neo genitori?

Vi assicuro che appena arrivato in casa, il neonatino, e pure la coppia avrà bisogno d'altro! Di tutt'altro!
Di centinaia di altre cose. La coerenza educativa può attendere qualche tempo!

Fidatevi, i primi giorni a casa, tra ittero (i basso peso sono più a rischio),  ritmi allattamento-pannolino-ruttino-sonno-veglia- e preparazione dei pasti-adulti (eh sì, sembra che il mondo si fermi, ma pure mamma e papà devono mangiare! La mamma potrebbe dimenticarsene, ma il papà, di certo, no!), hanno poco a che fare con la coerenza educativa... E lo dico da mamma-psicologa-di matrice tedesca che fracassa le orecchie a tutto il parentado con questa faccenda!

E allora?

E allora, oltre alla lista delle cose da fare, ho in mente di stilare un decalogo di priorità.
Una gerarchia.

Prometto che scriverò.

Nel frattempo, ci stiamo lavorando.
Con Ipse.

Direzione scientifica... direzione creativa... rete di professionisti.
Tanti e diversi.

Non mi sento di anticipare molto stasera, ma sono certa che alle mamme potremmo anche raccontare quello che, di solito, non si dice!





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